Il linguaggio del corpo spiegato in Lie to Me

Lie to Me è una serie televisiva che si concentra sull’analisi del linguaggio del corpo e delle microespressioni facciali.

Lie to Me nasce da un’idea nuova e che colpisce: molti espongono un certo interesse nei confronti dello studio della comunicazione non verbale e, specialmente di ciò che il corpo e il viso dicono anche quando non parliamo. Lie to Me sfrutta le conoscenze acquisite e i reali studi fatti nel tempo per spiegare allo spettatore come si può analizzare il linguaggio del corpo umano.

Per proiettare il pubblico in questo mondo ci viene esposta una storia poliziesca. L’esperto nel campo dell’osservazione delle microespressioni facciali Cal Lightman (interpretato da un Tim Roth in grande spolvero) collabora con l’FBI per indagare su vari crimini.

Ogni episodio delle tre stagioni totali raccontano un’indagine estranea alla storia complessiva che si va a delineare nel corso della serie. Spesso vediamo il dottor Lightman ottenere informazioni essenziali dai volti dei presunti colpevoli che sta analizzando e gli esempi di ciò che viene rivelato ci vengono riportati anche alla vita reale, mostrando come personaggi pubblici reali hanno mostrato le stesse espressioni in alcuni contesti per nascondere ciò che volevano dire.

L’interesse per la serie Lie to Me quindi è correlato a una curiosità verso lo studio del linguaggio del corpo umano. Se non c’è questo interesse è difficile guardare Lie to Me con un occhio attento. Il bello è che lo spettatore si ritrova ad indagare attentamente tutto ciò che avviene nei singoli episodi, perchè è curioso di cogliere ciò che viene rivelato dal protagonista e dal suo team di esperti.

È una serie di genere poliziesco che offre dunque la possibilità di capire che non sempre ciò che vediamo corrisponde alla realtà. Ci sono tante piccole sfacettature da analizzare e la verità è un elemento che può essere rivelato solo attraverso uno scrupoloso esame di chi ce la racconta.

La bellezza di Lie to Me consiste nel fatto che durante i vari episodi ci vengono esposti i modi attraverso cui il protagonista intuisce se gli altri dicono o meno la verità. Quindi vengono proposti allo spettatore chiari esempi che gli permettono di capire quando una persona dice una menzogna in situazioni generali che potrebbero accadere anche nella vita comune. Lie to Me offre quindi un insegnamento pratico per chi è intenzionato a saperne di più sull’argomento.

Il personaggio Cal Lightman prende spunto dall’esperto Paul Ekman, psicologo che si è concentrato per tutta la sua vita ad ampliare gli studi sul riconoscere le emozioni attraverso le espressioni facciali ed i movimenti del corpo umano.

L’unico punto debole di Lie to Me riguarda l’incapacità di costruire una storia accattivante che potesse proseguire nel corso delle varie stagioni. Infatti la serie è stata cancellata dopo la terza stagione perchè sarebbe risultata come una ripetizione di indagini e di scoperte già mostrate negli episodi precedenti. L’idea di sviluppare ogni episodio a sè, quindi di distinguerlo dalla storia complessiva, è stata secondo me sbagliata perchè non ha permesso di apprezzare appieno il genio che c’era dietro al concepimento di questo prodotto televisivo.

Lie to Me è stato distribuito in Italia su Sky, ma al momento non c’è una piattaforma che lo sta promuovendo.

Emanuele Pavoni

Pubblicato da Emanuele Pavoni

Creatore e articolista del sito "ilmiocinema.altervista.org" e della pagina fb "Cinema, My World".