The Wire: Il rapporto tra crimine e giustizia

The Wire è un prodotto televisivo che evidenzia quali sono i passi fatti da un team di polizia per contrastare l’ascesa di un impero criminale nella città di Baltimora

La serie The Wire è ormai considerata una delle vecchiotte, siccome è nata nel 2002 e finita nel 2008. La sua stessa visione mostra come le inquadrature e l’ambientazione sia certamente un pò datata, ma la storia che narra è un qualcosa che è stato ripetuto in seguito più volte in altre serie, ma mai senza ottenere lo stesso effetto.

The Wire è una serie poliziesca e drammatica di 5 stagioni, dove vediamo ogni passo fondamentale fatto da uno specifico team della polizia per agguantare i boss criminali di Baltimora, che attraverso il controllo della città e lo spaccio di droga hanno raggiunto la vetta del crimine.

La bellezza di The Wire è che non si limita a un racconto veloce e focalizzato sulle parti più interessanti per il pubblico, ma si concentra sul sottolineare ogni singolo passo compiuto per produrre prove contro i boss della zona.

Ogni stagione approfondisce un ambiente essenziale della città. Nella prima vediamo l’importanza dello spaccio di droga nei quartieri e nei sobborghi cittadini, nella seconda ci viene mostrato il traffico di droga e di donne compiuto mediante il porto della città, nella terza vediamo l’influenza politica sulle decisioni delle autorità, nella quarta le inefficienze del sistema scolastico e nell’ultima il ruolo dei media nel fornire notizie di cronaca.

Ogni argomento si collega ai personaggi della serie, molteplici e tutti ben caratterizzati. Ci viene infatti mostrato il modo di vedere le cose di ognuno di loro, sia che faccia parte dei buoni che dei cattivi. Dai detective concentrati sul trovare delle prove tangibili da portare in tribunale per la condanna dei colpevoli agli stessi membri del clan, vediamo una caratterizzazione accurata di ogni singolo personaggio, che ci consente di capire il perchè di ogni singola scelta.

L’attenzione ai dettagli è ciò che rende The Wire una serie unica. A fronte di questa scelta stilistica, la serie è sicuramente cruda e realistica. I colpi di scena sono tanti e il pubblico non può che restare sorpreso. Lo sviluppo di ogni singola è interessante ed il ritmo altalenante, perchè la decisione di soffermarsi su ogni singolo dettaglio può non agevolare sotto questo aspetto. Sebbene il ritmo non sia tra i più alti, il modo in cui viene raccontato tutto lascia intuire al pubblico come si svolgono realmente le indagini per incolpare i grandi boss del crimine e fa vedere quanti e quali siano gli intoppi presenti nelle indagini.

Guardando ogni singola stagione possiamo dire che l’inizio è il più classico: vediamo un team di polizia che svolge le indagini per incriminare la banda Barksdale che ha il controllo di Baltimora. I capi della banda sono Avon Barksdale e Stringer (Idris Elba) e il cugino D’Angelo Barksdale è il vice capo. Durante la prima stagione vediamo come le decisioni prese dai primi due contrastano con quelle di D’Angelo e come il team di polizia cerchi di sfruttare le debolezze del gruppo per inserirsi e trovare nuove info scottanti e utili per incolparli. Ci viene presentato anche un criminale solitario, Omar Little, che segue solo le proprie regole e inizia una vera guerra con l’organizzazione Barksdale. C’è anche l’informatore Bubbles, un tossico in continua lotta con sè stesso e che solo nell’ultima stagione sarà capace di superare tutti i suoi demoni.

Nella seconda le indagini si spostano sui traffici portuali, dove il nuovo boss da scovare è Il Greco, che complotta con il sindacato per poter gestire secondo la sua volontà i traffici e tenere lontani i controlli. Anche qui l’attenzione è rivolta ai tentativi da parte del team di rivelare i crimini compiuti dal Greco, sebbene non riesce ad incriminarlo. Nel frattempo la vita, ora in prigione di Avon e D’Angelo Barksdale cambia radicalmente anche a fronte delle decisioni che Stringer prende, mentre continua a gestire il suo impero del crimine.

Nella terza stagione ci viene presentata la figura del consigliere Arcetti, che capisce quanto la lotta del crimine possa essere l’elemento che lo porterà ad un salto di carriera. Le decisioni da parte delle unità di polizia sono dunque influenzate da quelle del sindaco e dei suoi sottoposti, che lottano per ottenere più voti e non si preoccupano delle reali condizioni in cui versa la città. Molti membri del team di polizia non accettano le richieste fatte dai piani alti e, tra loro, quello più incapace di accettare gli ordini è il detective McNulty, proprio come si vedeva già nelle precedenti stagioni. Il finale è quello che più sorprende, poichè vediamo una serie di tradimenti tra Avon Barksdale e Stringer, dove è proprio quest’ultimo a perderci di più.

Nella quarta vediamo un nuovo boss raggiungere la vetta. È Marlo, un ambizioso e spietato boss che sa come colpire chiunque voglia intralciare il suo cammino. Ci vengono anche presentati alcuni ragazzi, mostrandoci come i tentativi di indirizzarli verso una vita più tranquilla siano inefficaci poichè le influenze criminali e la strada sono un mezzo di attrazione troppo forte per gran parte di loro. La lotta tra la strade per il potere produce molta violenza ed i morti sono parecchi.

Nell’ultima stagione vediamo un metodo insolito di indagare, per arrestare Marlo che ormai detiene totalmente il potere. Infatti McNulty e il collega Lester sfruttano il ruolo della stampa, sempre alla ricerca di notizie senza preocupparsi di quanto siano fondate, per far trapelare la voce relativa all’esistenza di un killer dei senzatetto. Questo garantisce loro la possibilità di avere maggiori fondi per le indagini, sfruttati in realtà per incastrare Marlo. La guerra tra Marlo e Omar si espande e si conclude con tantissime vittime, tra cui lo stesso Omar. Marlo viene incastrato, ma le prove contro di lui non possono essere presentate in tribunale, dunque inizia una nuova carriera come criminale “pulito”, sfruttando l’esperienza di Stringer in passato. Nel finale ci vengono mostrati i cambiamenti di ogni singolo personaggio, dove ciò che è chiaro è che le nuove figure prenderanno il posto dei vari personaggi principali: ci vengono presentati i nuovi Stringer, McNulty, Daniels, Omar e Bubbles, spiegando come la criminalità sia una sorta di circolo dal quale è impossibile uscirci se non lo si vuole veramente.

The Wire è speciale per la capacità di caratterizzare ogni singolo personaggio e per saper rendere tutta la storia realistica ed avvincente. Fa immergere lo spettatore in un sistema dove la lotta alla criminalità è solo un mezzo per ottenere incarichi e ruoli più alti e dove ciò che luccica non è affatto oro. Infatti le nefandezze del sistema sono mostrate in modo esplicito ed il messaggio secondo cui ci sarà sempre una lotta peersisente tra crimine e giustizia.

The Wire è una serie prodotta da HBO e disponibile su Sky e su Now TV in Italia.

Emanuele Pavoni

Pubblicato da Emanuele Pavoni

Creatore e articolista del sito "ilmiocinema.altervista.org" e della pagina fb "Cinema, My World".